Come boccetta d’inchiostro
ondeggio, vago, mi prostro,
m’accascio e poi mi riverso:
l’animo mio si sente perso.
L’onda che lambiva l’core
s’allontana senza rumore.
Dove tutto trovò la scintilla
or gli schizzi son come spilla.
Tutto gira come una ruota:
il cor si riempie poi si vuota,
il Mio resta stretto, stritolato,
ad un dolore forte incatenato.
Ma se il dolore è “meritato”
non può esser lenito, curato.
Va patito, inciso nel sangue,
l’anima urla silente e langue.
Mi sazio così d’ inchiostro viola:
l’Anima mi prende per la Gola,
Parole nuove mi danzano dentro
e ricerco Equilibrio, un epicentro.