Corre e scorre “costretto”
su quella via
che tutti chiaman solitamente ferrovia,
ma in essa io non vedo limite in verità:
solo una grande
guida per la mia libertà.
Tutto quanto è preso
e trasportato
verso un luogo che par incantato
anche solo per il carattere di novità
che con me nel viaggio porterà.
Non scappare, ma
andarsene via:
ecco cosa attiva la viva fantasia!!
Mentre salgo senza destinazione
immagino chiara la
soddisfazione
… di una meraviglia
soltanto sognata
mentre ero in questa città incatenata.
Guardando in stazione partire il treno
all’immaginazione non c’era più freno
E scorro dal
finestrino il mondo
che è il mio io più celato e profondo…
Il paese più bello è ciò che ho dentro:
dei miei desideri
più lontani è il centro.
Labile e fuggente è l’istante
della salita:
della fuga è l’intrigante amante gradita…
mi rapisce e con la fulminea sua velocità
mi porta lontano da questa banale città.
Strade, paesi, mari
e montagne sì ignote
della bambina che è in me fan rosse le gote,
brillano gl’occhi per la voglia di esplorare
e la curiosità convince il cuore a scappare.
E’ intrisa nella
magia del mio viaggio
l’attesa del rientro da “selvaggio”…
Un allontanamento è nulla senza ritorno:
Il racconto è del cammino sol il contorno!
Ma
al mondo non v’è una partenza
senza il verdetto della sentenza:
“M’allontano, esploro e vado via
ma prima o poi, tornerò a casa mia!”
Ma
al mondo non v’è una partenza
senza il verdetto della sentenza:
“Parto, giro il mondo e vado via
ma prima o poi, tornerò a casa mia!”
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